Il Telegrafo del 23 febbraio 1943
Dalla Russia una voce tanto cara ai senesi da tempo non giunge

Era una voce piena di entusiasmo per la causa della Patria, era una voce piena di nostalgico amore per la terra natia, piena di tenerezza per tutte le madri, le spose, le sorelle, che hanno dovuto staccarsi dai loro cari congiunti chiamati a combattere tra le gelide steppe della Russia; era un legame forte e dolce ad un tempo che mitigava la distanza, che rendeva men duro il distacco quella che Dino Corsi faceva udire attraverso le colonne del nostro giornale.
Dino Corsi, legionario, combattente di tutte le guerre, animatore instancabile di ogni manifestazione fascista, che ha portato ovunque volontariamente l'entusiasmo della sua giovinezza, la generosità del suo cuore, i frutti della sua mente illuminata è dato per disperso. Disperso in Russia nei combattimenti avvenuti dall'11 al 24 dicembre dopo che aveva potuto dare mille prove di ardimento e di amor patrio.
Se la notizia ci ha dolorosamente sorpresi, non ci ha certamente abbattuti, poichè è viva in noi la speranza che egli tornerà. Dino Corsi tornerà anche dalla Russia, come tornò per due volte dall'Africa, come tornò dalla Croazia.
E Siena l'attende come allora, ansiosamente, per fargli sentire il fremito del suo cuore materno che, per lui, come tutti i suoi eroici figli lontani, ha battuto e batte forte nell'attesa.
Nella sua ultima corrispondenza "Colloqui con Siena" Dino Corsi tra l'altro diceva: "Cosa avverrà lassù nella mattinata della Natività? Sarà pace e raccoglimento la vita nostra, oppure il rosso tenterà dall'altra sponda di frangersi ancora le ossa contro li muro dei petti italiani? Chissà. Noi non possiamo dirtelo, cara Siena, e potremmo anche non più potertelo dire, giacchè il Natale di guerra reca nel suo fardello i doni più impensati, non ultimo quello della Eterna gloria".
Caro Dino, quando tu scrivesti queste parole ancor più vivo e bruciante doveva essere in te il ricordo della tua Siena ed il murmure lieve di Fonte Gaia doveva sembrarti tanto vicino e doveva sussurrarti all'orecchio le più soavi espressioni materne. E tu, per un attimo, forse temesti di non poter tornare, non già per viltà, ma per amore, per amore verso chi qua ti attende!
E la tua buona mamma, le tue sorelle, i tuoi amici tutti confortati dalla speranza del tuo ritorno, speranza che vibra in noi come una certezza, pregano Iddio affinchè voglia presto farci riudire la tua voce tanto cara e fiduciosa nei destini della Patria nostra.

ELLEFFE.


La Camicia Nera Di Palma, degente nell'Ospedale Militare San Marco con provenienza dalla Russia - ci ha parlato con devoto entusiastico affetto del nostro Dino Corsi da cui non riceviamo da circa due mesi alcuna corrispondenza. Il Di Palma appartiene alla stessa Compagnia del Battaglione "M" di cui fa parte Dino Corsi e con lui ha vissuto e combattuto per vari mesi in uno stesso irrefrenabile slancio, in un cameratismo fraterno che ci è stato rivelato con toccanti frasi quali possono uscire da un semplice gagliardo cuore di soldato votato con assoluta dedizione alla Causa della Patria.
Fedele per tutta la sua vita all'entusiasmo per l'Idea, Dino Corsi si distinse subito in terra di Russia per il suo ardimento, per lo sprezzo del pericolo, per il suo sereno ottimismo che è stato sempre di conforto e di esempio ai compagni legionari.
L'ultima volta Dino Corsi fu veduto dal Di Palma il 19 dicembre; egli può dunque considerarsi disperso nel periodo che va da tale data al 24 successivo. Ma poichè le esigenze della situazione verificatasi in seguito alla Campagna difensiva dell'Est non consentono per ora normale recapito di corrispondenza o comuqnue il giungere di precise notizie noi speriamo con tutto il cuore che la luce si faccia presto sulla sorte del nostro amico e collaboratore e che torni la pace nell'animo dei suoi cari che hanno nel loro congiunto una viva e purissima espressione della nostra terra.