Rivoluzione Fascista - Organo della Federazione Provinciale Fascista Senese del 28 maggio 1939
Autorita', gerarchie e popolo salutano il ritorno dall'Africa del Battaglione senese CC.NN.

Fieri e orgogliosi di avere compiuto il loro dovere sono rientrati ieri in Siena i baldi legionari del 97.o Battaglione CC.NN. che fin dall'ottobre 1937 - XVI si trovavano a presidiare i territori dell'Impero.
Sono rientrati dopo aver trascorso ben venti mesi a Gondar e a Bahar Dar, ricevendo col cuore gonfio di emozione e di esultanza, l'affettuoso e vibrante abbraccio del popolo senese che in questo lungo periodo non ha mai mancato di confortarli col proprio pensiero animatore e riconoscente.
Il 97.o Battaglione CC.NN. venne mobilitato agli ultimi di agosto 1937 - XV e, dopo un mese di preparazione e di addestramento, s'imbarco' ai primi di ottobre a Napoli diretto a Massaua.
Di qui raggiunse Gondar e poi ivari reparti si irradiarono nelle localita' attorno al Lago Tana, assegnate come loro residenza. I nostri legionari hanno lavorato e operato in questi venti mesi con serenita' e con entusiasmo, ben sapendo che non sarebbe venuto meno il riconoscimento per tutto quanto essi stavano compiendo per valorizzare e potenziare le terre dell'Impero.
Essi hanno avuto sempre davanti a loro la visione della Patria lontana, nel nome della quale avevano con slancio accettato i piu' rudi sacrifici, hanno tenuto fede al motto mussoliniano "Credere, obbedire, combattere", hanno con disciplinata volonta' dimostrato che il Duce poteva contare su loro in qualunque momento e per qualunque azione.
A questi legionari il popolo della fascistissima Siena ha voluto mostrare ieri mattina la sua riconoscenza e il suo piu' profondo affetto accorrendo in massa alla stazione e salutandoli con l'entusiasmo piu' vivo. L'incontro di Siena con questi suoi figli ha avuto momenti di intensa commozione. Sopra la colonna in marcia aleggiava lo spirito immortale dei gloriosi camerati che hanno lasciato la vita nell'adempimento del dovere, che ieri e sempre precederanno i reparti a simboleggiare il sacrificio e il valore delle Camicie Nere. Ecco la schiera di questi camerati che mancano all'appello:
Capo Manipolo Luigino Burroni. Vice Capo Manipolo Ugo Crezzini. Vice Capo Squadra Attilio Mugnai. Camicie Nere Bruno Cingottini, Armando Dinetti, Gino Marchetti, Ferdinando Neri, Quintilio Satini.
I loro nomi brillano di una viva luce nel sacrario della 97.a Legione accanto a quelli degli altri legionari che caddero combattendo per la conquista dell'Impero e in terra di Spagna per il trionfo della civilta' fascista.
Per l'arrivo del Battaglione, tanto il Podesta' quanto il Comando della 97.a Legione avevano pubblicato nobilissimi manifesti per salutare i valorosi legionari che tornavano.
Alla stazione ferroviaria erano convenute ieri mattina tutte le autorita' e gerarchie cittadine con a capo S.E. il Prefetto e il Federale, le rappresentanze del Fascismo senese, con i gagliardetti e le insegne, le organizzazioni giovanili del Regime e delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma.
Erano pure presenti il generale Francisci, reduce dalla Spagna, comandante l'VIII Zona CC.NN. e il generale Pallotta Comandante il XVII Gruppo Battaglioni CC.NN. All'arrivo del treno i legionari vennero accolti dalle note di "Giovinezza" e dall'ardente saluto del popolo.
Dopo essere stati passati in rassegna dalle autorita' i reparti sfilarono per le vie cittadine imbandierate a festa fra due ali di popolo plaudenti, recandosi al Monumento Asilo ai Caduti in guerra e al Sacrario dei Caduti Fascisti ove vennero deposte corone di alloro. Eguale omaggio venne fatto al Sacrario dei caduti della 97.a Legione.
Presso il Comando della Legione, ai legionari schierati in Piazza del Duomo, rivolse appassionate parole di saluto S.E. il Prefetto esprimendo loro la affettuosa riconoscenza di tutto il popolo senese per quanto essi avevano fatto. Anche il Generale Francisci rivolse ai baldi militi del Battaglione un vibrante indirizzo, portando il saluto delle Camicie Nere e di tutti i camerati inquadrati nelle ferree Legioni della Milizia.
Prima che i legionari fossero posti in liberta', fu intonato a gran voce da tutti l'inno "Giovinezza" conclusosi con grandi acclamazioni all'indirizzo del Duce fondatore dell'Impero.