Rivoluzione Fascista-Foglio d'ordini della Federazione senese dei Fasci di combattimento del 10 marzo 1940
I battaglioni della Milizia nelle divisioni di fanteria

La immissione dei battaglioni Camicie Nere nell'Esercito è la logica conseguenza, e si potrebbe dire la consacrazione più alta e più definitiva, dei servizi resi dalla Milizia in diciotto anni di Regime, e della dimostrazione che essa ha offerto, in imprese non dimenticate, di eccezionali virtù guerriere.
Nata come trasformazione dello squadrismo, allo scopo di non lasciar disperdere quel prodigioso tesoro di energie volontarie che aveva confluito nelle squadre d'Azione, la Milizia aveva avuto inizialmente compiti di carattere soprattutto interno.
Si trattava di difendere il regime, prima che la trasformazione costituzionale ne avesse garantita la continuità controogni minaccia di carattere politico e parlamentare; si trattava di presidiare contro ogni manomissione delle forze sovversive, vinte ma non ancora debellate, i gangli vitali, le grandi centrali diretrici della vita nazionale; si trattava infine di assicurare l'ordinamto svolgimento dei pubblici servizi, condizione essenziale di ogni proficua attività produttiva, ponendo energici ripari al marasma creato dalla scioperomania, dall'anarchia imperante, dal capovolgimento di ogni principio di gerarchia.
Fu così che vedemmo, nei primi anni del Governo Fascista, la Milizia raffigurarsi come un organismo militare, si, ma soprattutto politico e tecnico. I battaglioni ebbero il compito di tenere a bada un mondo politico non ancora rassegnato alla sua sorte, ed è infatti incontestabile che essi abbiano giuocato un ruolo decisivo negli avvenimenti del 1921. Si costituivano contemporaneamente le Milizie speciali, col compito di impedire il ritorno ad antichi metodi di disordine e di dissipazione nelle ferrovie, nei porti, nelle strade, o di riparare gli effetti dell'incuria e dell'abbandono in altri settori, come il settore forestale.
Ma benchè già dal 1924 fosse in atto la decisione di affidare alla Milizia la istruzione premilitare, non si era ancora arrivati a compiti e funzioni, che significassero un vero e proprio affiancamento della Milizia all'esercito, o che portassero la Milizia sul piano degli altri reparti delle forze armate.
La Milizia era ancora una formazione volontaria specialissima, con compiti di alta importanza ai fini nazionali, ma che aveva con gli altri reparti delle Forze Armate dei legami di indole soprattutto spirituale e di cameratismo.
La prima dimostrazione di impiego pratico sul campo dell'azione militare fu offerta dalla riconquista della Libia, dove i battaglioni di Camicie Nere, tutti composti da volontari, prodigarono il loro sangue nella durissima impresa, in condizioni di grave disagio, meritando l'altissimo elogio dei comandanti.
Ma si trattava pur sempre di una guerra coloniale, che richiedeva cioè soprattutto qualità di agilità, di slancio, di impeto combattivo. pertanto, in omaggio da un saggio principio di gradualità, che vuol tenere conto dell'esperienza come suprema regolatrice dei provvedimenti, la prova fornita ispirò un ordinamento dell'esercito, nel quale i battaglioni di camicie nere trovarono si posto accanto agli altri reparti dell'esercito, ma per impieghi di carattere speciale, particolarissimo. I battaglioni, in altre parole, non facevano parte delle divisioni di Fanteria come gli altri reggimenti di linea, ma venivano dati ai comandi di Corpo d'Armata come unità a sè, da utilizzare per i colpi di mano, le sortite improvvise, gli inseguimenti rapidi, l'imboscata. Si trattava di formazioni agili più che consistenti, il cui compito richiamava un pò quello degli arditi del tempo di guerra; il loro tratto caratteristico, che si rifletteva nell'addestramento e nell'ordinamento, era lo slancio irruento; la loro arma il pugnale e la bomba a mano.
Anche in questo campo la Milizia ha dato un'alta misura di sè e delle sue virtù guerriere. Ma ecco la guerra etiopica ed ecco la guerra di Spagna. Si costituiscono intere divisioni di fascisti volontari, le Divisioni Camicie Nere, intitolate alle date gloriose della Rivoluzione. E' la prima prova veramente impegantiva che la Milizia affronta come organismo di guerra, una sorta di collaudo non solo delle virtù individuali del soldato ma anche della capacità di comando e delle doti organizzative degli ufficiali. Come la Milizia abbia superato la prova, sarebbe ingiuria ricordare agli italiani. Tutto il mondo ha avuto modo di riconoscere nelle Divisioni Camicie Nere, per quel che esse hanno compiuto in Africa e in Spagna, degli strumenti di guerra perfetti.
E' questa esperienza che oggi suggerisce un atto dela più grande importanza politica e militare. Esso conchiude il processo integrativo delle forze armate, iniziato subito dopo l'avvento del Fascismo al potere, cioè dal giorno stesso della creazione della Milizia.
Non sarebbe esatto aprlare di fraternità, perchè la fraternità tra le Camicie Nere e i soldati dell'Esercito, cioè tra il popolo in armi e coloro che ne difesero, durante gli anni oscuri, i valori ideali e gli interessi materiali e morali, è sempre stata piena ed intera, senza nubi e senza incertezze. Si tratta piuttosto dell'atto finale di un graduale inserimento tecnico-militare, giunto al suo termine logico con l'ingresso dei Battaglioni Camicie Nere nelle divisioni di Fanteria, su un piede di parità con le altre unità divisionali. E' un potenziamento delle Forze Armate che si consegue, perchè le Camicie Nere, che verranno naturalmente utilizzate in quelle che sono le loro precipue caratteristiche, prima tra tutte lo slancio volontaristico, daranno un fervido contributo di fede, di virtù guerriere, di spirito di sacrificio.