Il Popolo Senese - Bisettimanale fascista del 23 agosto 1926
"La posizione giuridica e l'autonomia della Legione".

Molte cose mancano ancora alla Milizia perchè si possa dirlo un organismo militare perfetto, ma bisogna convenire che non v'è provvedimento più indispensabile di quello che affronti e risolva pienamente il grave problema della sua posizione giuridica e della sua autonomia.
Se il R.D. legge n. 387 del 3 aprile 1925 sancisce esplicitamente che la Milizia fa parte delle forze armate dello Stato in servizio di P.S., come va che nei servizi di ordine pubblico non le si sa assegnare altro compito più degno di quello di far scorta agli agenti di P.S. o dell'Arma dei RR.CC.? In una città del meridione abbiamo visto addirittura la Milizia agli ordini dei Vigili Urbani.
Dopo tre anni di duro tirocinio, ha avuto la Milizia il sacrosanto diritto, la piena capacità di poter fare da sè? Con ciò noi non pensiamo che la Milizia debba avere esclusive mansioni di polizia giudiziaria. Alla Milizia spetta ben altro. Noi crediamo invece che la Milizia abbia la piena garanzia della legge e l'autonomia assoluta nell'adempimento delle sue funzioni.
Ma c'è di più: urge l'intervento della Milizia? Non basta richiederla in servizio, bisogna anche ottenerne la debita autorizzazione della Regia Questura. E se la Questura, come avviene nella maggior parte dei casi, non trovasi sul posto, occorre occorre attendere un nulla osta che verrà certamente quando non più necessario. E l'inconveniente è ancora più increscioso, se ciò avviene in un paese ove non vi siano nemmeno Reali Carabinieri.
Ma non è tutto: non sappiamo con quale criterio si voglia che le armi debbano depositarsi - alludiamo ai piccoli reparti isolati - presso le stazioni dei Reali Carabinieri.
Se ciò poteva avere qualche giustificazione ieri, non ne ha alcuna oggi che la Milizia possiede ormai la coscienza disciplinata del suo dovere. E così un capo manipolo, ex tenente del R. Esercito, avendo bisogno delle armi per ragioni di servizio, ha da chiedere un permesso ad un sott'ufficiale dei RR.CC. comandante di stazione, la quale spesse volte non risiede sul posto.
Ma non sempre si può essere fortunati ad avere le armi. Molti militi si trovano ancora nella deplorevole condizione di non sapere addirittua che cosa sia un moschetto! Cosicchè, richiesti in servizio d'ordine pubblico, han da presentarsi disarmati, dato che non tutti si trovano nelle condizioni di procurarsi una pistola.