Il Popolo senese - Bisettimanale fascista del 19 novembre 1925.
"Mussolini Duce della Milizia".

Partecipando alle convocazioni del Partito ci siamo persuasi che la Milizia sarà ad ogni costo tutelata, ma ci domandiamo se anzichè predisporci ad evitare eventuali propositi del genere, non valga la pena prevenirli radicalmente dissipando ogni dubbio e soprattutto ogni speranza. Si crede dunque veramente che qualcuno possa concepire una trasformazione della Milizia in una specie o sottospecie di Regia Guardia?
Si teme dunque che lo spirito, il morale delle camicie nere abbia bisogno di una prova, di una garanzia, della sicurezza cioè che nessuno attenterà mai alla loro fede, alle loro caretteristiche originali? Si individuino i responsabili di questi dubbi e si provveda, dando alle Legioni, nelle quali è riposta la sicurezza del Regime, le garanzie che sono indispensabili.
E allora noi ci domandiamo se non valga la pena che a somiglianza degli altri corpi armati, il Duce nostro ne sia il Comandante generale e che egli si valga dell'opera di un prezioso Capo di S.M.
Mussolini cioè può impartire direttamente le sue disposizioni, interpretarle lui stesso e quindi senza pericolo di interpretarle male, e le camicie nere sarebbero rassicurate che nulla più sarà possibile pensare contro la Milizia perchè Mussolini ne è la garanzia maggiore e migliore.
L'effetto morale di un tale gesto sarebbe enorme e una falange di fascisti ancora esitanti di fronte ad una disciplina che essi temono possa legarli oltre la fede politica in una forma eccessivamente e esclusivamente militare entrerebbero nelle legioni, sicuri che lo spirito e la fede resterebbero quelli della più tormentata vigilia.