La Nazione del 29 agosto 1941
L'episodio in cui Rodolfo Nigi ascese nel cielo degli eroi

Nel piccolo camposanto di Sinj, le spoglie mortali del Caposquadra Rodolfo Nigi dormono il sonno eterno, e la sua tomba è ornata dei più bei fiori di terra croata che la pietà e l'ammirata riconoscenza del popolo ha voluto recarvi per onorarne la memoria.
Ma lo spirito di Rodolfo Nigi è ancora vivo e presente in mezzo ai commilitoni del Battaglione senese d'assalto, in mezzo ai camerati del Fascismo senese che ne ricordano con fierezza e orgoglio la Sua eroica morte. Egli, infatti, è caduto da valoroso mentre col proprio reparto attaccava ed annientava una banda di rivoltosi comunisti. Su questo episodio si sa oggi che alcuni reparti del Battaglione senese CC.NN. venivano inviati a prestar man forte a formazioni dell'Esercito croato impegnate contro un gruppo di comunisti.
Il reparto di cui faceva parte il Caposquadra Rodolfo Nigi entrava prontamente in azione e con ammirabile slancio riusciva a fronteggiare la situazione e, in un secondo tempo, a disperdere i ribelli, infliggendo loro fortissime perdite.
Nell'azione, il Caposquadra Nigi si distingueva per coraggio e ardimento rimanendo ferito alla faccia e all'addome da una raffica; rimaneva pure ferito all'occhio sinistro la Camicia Nera Scelta Nello Bianchi. Le condizioni del Nigi apparvero subito gravissime; trasportato all'Ospedaletto da campo, dopo due giorni, nonostante le più assidue e ammirevoli cure dei sanitari, decedeva in conseguenza delle ferite riportate.
Il Nigi, conscio della prossima fine, chiedeva di indossare la Camicie Nera ed ai suoi ufficiali e ai medici dell'ospedaletto dichiarava che era lieto di dare la vita per il Duce.
I funerali, svoltisi a Sinj, riuscirono una imponente manifestazione di cordoglio. Vi parteciparono una compagnia in armi dell'Esercito croato, gli Ufficiali e Camicie Nere del Battaglione senese d'assalto, le rappresentanze degli altri reparti militari della Unità di cui fa parte il Battaglione stesso. Il feretro, deposto su un carro d'artiglieria, era fiancheggiato dalla scorta d'onore del Battaglione CC.NN. e da una squadra di "Ustaci", che avevano partecipato al fatto d'armi in cui il Caposquadra Nigi aveva trovato morte gloriosa. La salma era seguita dal capo degli Ustaci di Sinj, sig. Poljac, del Col. Bubic, comandante del Presidio militare croato, del Comandante del Presidio militare italiano, del rappresentante del Comandante la Divisione "Bergamo", del podestà di Sinj, nonchè di tutti gli ufficiali del Battaglione senese e da un folta rappresentanza di ufficiali dell'Esercito croato.
Larghissima e veramente sentita è stata la partecipazione delle Autorità e della cittadinanza di Sinj alle onoranze funebri. Tutta la cittadina era imbandierata a lutto e tutti i locali pubblici e gli uffici chiusi durante i funerali.
Numerosissime le corone di fiori inviate dai Comandi, dagli ufficiali e dai commilitoni. Inoltre, fasci di fiori erano stati deposti nella camera ardente da privati cittadini. La locale Sezione degli Ustaci aveva pubblicato un nobile manifesto.
Giunto il corteo funebre alla Chiesa parrocchiale, il feretro venne portato a spalla da Camicie nere all'interno,e, dopo la assoluzione, il Capo degli Ustaci di Sinj pronunciava nobili parole esaltando l'eroica morte di rodolfo Nigi che ha offerto generosamente la sua vita, affermando che la sua tomba in terra croata sarà una viva conferma dell'amicizia che lega i due popoli. "Il tuo sacrificio - concludeva il sig. Poljac - non lo dimenticheremo mai. Il nostro amore verso di Te e il Tuo popolo è da oggi ancor più grande, più forte e più sincero".
Il dott. Ivan Glibotic, a sua volta, espresse anch'esso il cordoglio della popolazione e la certezza che dal sacrificio del camerata Caduto sorgeranno nuovi più intimi legami con le Forze Armate dell'Italia Fascista. "Sia benedetto il sangue del milite italiano - continuava il dott. Glibotic - versato sul sacro suolo croato. Voi, camerati dell'eroe, ricevete il nostro ringraziamento per questo dono prezioso, per il sangue che salderà di più la nostra fratellanza.
Mi rivolgo a Te, milite d'Italia, eroe nostro comune! Oggi consegnamo la Tua salma alla nostra terra croata che Ti riceve insieme ai nostri Martiri. Sebbene lontano dalla tua gentile Toscana, dalla famiglia e dalla bimba Tua, dormirai in pace tra i tuoi fratelli; sia gloria al nome Tuo e alla Tua memoria."
Prima della tumulazione, il Console Olivieri faceva l'appello fascista di Rodolfo Nigi. La salma veniva collocata nella tomba della famiglia Bavic, spontaneamente offerta dalla Signora Martelloni ved. Bavic, fiorentina di nascita, ed appartenente a famiglia italiana.
Così Rodolfo Nigi è entrato nella luce della gloria eterna.