La Nazione del 14 aprile 1942
Bruno Crocchi è caduto per la Patria

Il Centurione Bruno Crocchi è caduto. In un'azione bellica, dove era impegnato il suo Battaglione Camicie Nere d'Assalto, del quale il Crocchi comandava una Compagnia, l'indimenticabile camerata è pervenuto al supremo sacrificio.
Morto sul campo, fronte al nemico, accettando il destino come un sublime corollario ad una esistenza votata agli Ideali della Patria fascista.
Se consideriamo la sentenza: "la morte vuole i migliori", ne vediamo la inconsistenza di fronte alla natura mortale di tutti gli uomini; pure vi sono delle circostanze nelle quali non siamo più capaci di ragionare freddamente e riconosciamo in noi stessi: la morte vuole i migliori!
E tra i migliori era Bruno Crocchi, l'Uomo, il Fascista, il Soldato, il Padre di famiglia, che aveva fatto del lavoro una missione e della bontà un principio inderogabile.
Una vita esemplare: 49 anni di fede, di azione, di operosità; un pensiero costante: il bene, un Ideale: la Patria. Partecipò volontario alla guerra 1915-18 come Ufficiale di Fanteria. Dopo qualche tempo di valorosa attività di prima linea, il sacrificio di due suoi fratelli - Gualtiero e Ulisse - Caduti per la Patria, gli valse l'esonero dal servizio al fronte. Ma Bruno Crocchi non era fatto per le retrovie: chiese ed ottenne di tornare in trincea ove si guadagnò una medaglia al valore . Fu tra gli eroi italiani di Bligny ove si meritò la Croce di guerra francese con palme d'argento. Finita la guerra, il suo spirito fervido fu infiammato dalla voce di Benito Mussolini. Si iscrisse ai Fasci di Combattimento il 1° novembre 1920 e dedicò tutto se stesso all'idea della Rinascita. Squadrista, comandante di Squadre d'azione, rinnovò nelle giornate rivoluzionarie le gesta di valore compiute in guerra. Subì processi politici e partecipò alla Marcia su Roma. Poi, con l'avvento del Governo Fascista, le sue energie si rivolsero all'organizzazione: fu Commissario di vari Fasci, Segretario del Fascio di Montelcino. Attualmente era esponente del Direttorio del Fascio di Torrenieri, ove comandava anche il Presidio della M.V.S.N.
La sua attività politica non gli faceva però dimenticare il suo lavoro: contitolare di un importante stabilimento industriale con il fratello gr. uff. Guidi Crocchi, Vice Presidente Provinciale delle Corporazioni, profondeva la sua intelligenza e tenace attività tecnica. Intanto non tralasciava la sua attività di fervido animatore fascista. Amava il popolo e dimostrava questo suo attaccamento verso le classi umili dei lavoratori, non solo col trattamento usato verso i propri dipendenti ma anche occupandosi della loro elevazione spirituale col optenziamento delle organizzazioni dopolavoristiche.
Legato alla memoria dei fratelli, caduti per la Patria, da un sacro vincolo di amore, ne volle avallato il ricordo facendo erigere in loro nome una scuola ed un asilo infantile, opere superbe che dureranno nel tempo e che gli meritarono una medaglia d'oro di benemerito della Pubblica Istruzione.
Allo scoppio della guerra attuale, pur quanto esonerato per la sua qualità di dirigente di stabilimento preausiliare, volle partire ancora una volta volontario, coi baldi Legionari senesi. La morte bella, la morte del guerriero, lo ha ghermito nel sole del campo di battaglia, teso verso la vittoria. Si era già meritato un encomio solenne dal suo Comandante di Corpo d'Armata. Ora l'encomio gli viene dalla Nazione intera che ne venererà la memoria tributandogli l'omaggio degli eroi.
Il Fascismo senese inchina reverente i suoi Gagliardetti dinanzi alla salma di Bruno Crocchi. E dietro ai Gagliardetti c'è tutto il popolo reverente.