La Nazione del 10 maggio 1942
Il popolo di Torrenieri onorifica i suoi morti. Centurione Bruno Crocchi e Camicia Nera Nello Viti

Con commossa austerità, tutto il popolo di Torrenieri ha glorificato, nel trigesimo del suo olocausto, il Centurione Bruno Crocchi, del 97.o Battaglione CC.NN. d'Assalto, eroicamente caduto alla testa della sua compagnia nella cruenta azione contro i ribelli, in territorio jugoslavo, l' 8 aprile u.s.
E con Bruno Crocchi, la laboriosa popolazione della zona ha pure glorificato il sacrificio della Camicia Nera Nello Viti, operaio dello Stabilimento Crocchi, pure esso di Torrenieri, caduto a fianco del suo superiore nella stessa azione.Il destino ha voluto così unire nella morte gloriosa il dirigente e l'operaio della stessa azienda.
Nell'ampio spiazzo dello Stabilimento Fratelli Crocchi era stato eretto l'altare da campo per la celebrazione del rito religioso al quale oltre ai familiari e ai congiunti dei due Caduti, hanno presenziato autorità e gerarchie politiche, militari, civili e religiose convenute anche da Siena. Erano infatti presenti i rappresentanti del Prefetto e del Federale, il Cons. Naz. Avv. Alfredo Bruchi, l'Ispettore di Zona dei Fasci, il Podestà di Montalcino, col gonfalone militare, e quello di S. Quirico d'Orcia, il Canonico Pistolesi, in rappresentanza del Vescovo di Montalcino, il Seniore Gallicani della 97.a Legione M.V.S.N., i dirigenti delle Unioni Fasciste dell'industria, dell'artigianato e del commercio, il dott. Rotellini per il Consorzio Agrario Provinciale, i proff. Bocci e Corsini, il magg. ing. Emilio Nozzoli, la Direttrice Didattica di Montalcino e moltissime altre personalità.
Tutte le organizzazioni fasciste di Torrenieri erano presenti con i loro gagliardetti e le loro insegne, scortate da folte masse di organizzati. Il Direttorio del Fascio di Torrenieri, di cui il Centurione Crocchi era componente, presenziava al completo., con alla testa il Segretario. Erano pure presenti le rappresentanze della G.I.L. di Torrenieri, di Montalcino, di S. Angelo in Colle e di Monteamiata Scalo, gli squadristi della zona, di cui il camerata Crocchi era stato Comandante.
Anche le organizzazioni economiche della zona, così largamente sorrette ed indirizzate dall'eroico scomparso, erano presenti e fra questi i componenti della Cooperativa di Consumo di Torrenieri, di cui Bruno Crocchi era Presidente.
E poi le maestranze degli Stabilimenti Crocchi, rudi lavoratori che hanno profondamente sentito la perdita del loro Capo e camerata, dal quale avevano avuto una parola buona, un gesto, un aiuto in ogni momento della loro vita. Sul loro volti si leggeva l'intensa commozione, commozione sincera, profonda, quale suscitava nelle anime semplici il loro ricordo della bontà e della gentilezza di Bruno Crocchi.
E infine il popolo, il generoso e forte popolo di Torrenieri, era tutto presente col cuore gonfio di commozione e di fierezza per rendere l'omaggio alla memoria dei suoi gloriosi figli che con la visione di un'Italia libera in un mondo di migliore giustizia, pieni di fede e di entusiasmo, erano accorsi volontariamente verso il loro destino.
L'austero rito si è iniziato con l'alzabandiera, dopo di che il rappresentante del Federale ha fatto l'appello fascista del Centurione Bruno Crocchi e della Camicia Nera Nello Viti; il "presente" della folla si è levato alto e solenne nella severità dell'ambiente che dava al rito un significato profondamente umano, accomunando sacrificio e lavoro.
La sirena degli Stabilimenti ha suonato durante il minuto di raccoglimento che ne è seguito e, quindi, il celebrante don Ambrogio Tiberi, ha officiato contemporaneamente le due Messe per le anime elette di Bruno Crocchi e di Nello Viti. Il sacerdote ha rievocato, con commossi accenni, le figure dei due caduti, soffermandosi a lungo ad esaltare il loro sacrificio nel quale dovrà fiorire una nuova era di libertà e di giustizia, associando al loro ricordo quello di tutti i figli della generosa terra ilcinese che sono caduti per la grandezza della Patria. Essi sono ascesi nel cielo della gloria e di lassù guidano i camerati che su tutti i fronti di guerra combattono per la certissima vittoria.
Le elevate parole di don Tiberi sono state ascoltate con religiosa attenzione ed animo vivamente commosso.
Tutte le organizzazioni e gli intervenuti al rito si sono quindi incolonnati recandosi a deporre una corona di alloro al monumento ai caduti in guerra, dinanzi al quale le formazioni sono sfilate. Con questo doveroso omaggio a Coloro che fecero la suprema offerta per la potenza e la grandezza dell'Italia, l'austera commemorazione si è conclusa.