Il Telegrafo del 12 maggio 1939
Il ricordo dei venti mesi in A.O.I. del Seniore Giuseppe Mariotti

Partimmo da Montalcino il 4 ottobre 1937 e sbarcammo a Massaua con altri tre Battaglioni di CC.NN. il 15 ottobre; la sera dello stesso giorno eravamo già accampati presso l'Asmara, a Campo Sembel.
Dalla bella e modernissima Asmara, percorrendo con autocarri leggeri una bellissima strada per un buon tratto asfaltata, sfiornado Adua, il Battaglione giunse ad Axsum la sera del 18 ottobre.
All'alba del giorno 19 nuovamente in marcia.
Poco dopo mezzogiorno traversavamo il Tacazzè, che segna il confine del territorio Eritreo da quello Amara. verso il tramonto arrivammo a Arcai.
Il mattino successivo partenza per Dabarech. In questo tratto di strada nel quale si toccano profondita' e altitudini che hanno bruschi dislivelli di quasi tremila metri, la strada si arrampica sul Semien salendo l'Uolchefitt: vera meraviglia dell'ardimentoso lavoro italiano. Si snoda sulle pendici ripidissime della montagna, dando in certi punti l'impressione di vedere enormi terrazzoni soprapposti nel profilo quasi perpendicolare alla roccia. Le innumerevoli curve, viste dall'alto, danno la sensazione di una gigantesca preparazione per maestose acrobazie.
Trovandosi nell'autocarro, dalla parte a valle, si ha più l'impressione di volare che non di essere sulla terra ferma.
Qualche relitto di sfortunato automezzo giace laggiù, in fondo ai burroni, vittima di un ardimento che non si potrebbe concepire senza estremi sacrifici.
Dopo Dabarech, traversammo l'altopiano Uogherà, dicretamente coltivato e particolarmente fertile, il giorno 21 raggiungiamo Gondar.
Il giorno successivo al nostro arrivo, S.E. il Governatore dell'Asmara Generale Pirzio Biroli visitò il Battaglione. In quel primo contatto S.E. ebbe a pronunciare parole di compiacimento e di elogio per il fiero comportamento, per l'ordine e per la disciplina dei reparti.
Tre giorni dopo, sistemato l'accampamento, ebbe totale inizio lo svolgimento delle attivita' affidate al Battaglione. Attività per le quali, in diverse occasioni, ne fu reso meritato elogio da parte dei Comandi superiori.
Il 12 aprile 1938 il battaglione si trasferì ad Ambaciara. E' vivo nella memoria di ognuno il ricordo di quella partenza improvvisa, al canto degli inni fascisti, e di quella faticosissima marcia attraverso il passo del Graiber.
Ambaciara dista da Gondar circa 50 km di pista, una ventina in linea d'aria, in direzione Sud Est. Da questa località, posta a circa 3000 metri sul livello del mare, si domina la grande pianura del Belesa, nel Beghemeder.
Due mesi di particolare attività, poi il 6 giugno, partenza per Mescenti (Goggiam). Questa località, che dista da Ambaciara circa duecento km. di pista, doveva essere percorsa in autocarro; ma sorpreso dalle grandi piogge nel primo giorno di marcia, il battaglione fu costretto a tornare indietro per poi proseguire via Lago Tana.
Di quei cinque giorni di impantanamento nella pista melmosa, sempre in aumento di difficoltà, le Camicie Nere del 97.o toccarono l'estremo limite del disagio. Ne porteremo sicuramente un vivissimo ricordo nella vita, forse il più vivo fra le tante vicende d'Africa.
Dalla ridente Gorgora', dopo aver partecipato alla inaugurazione del "Faro Mussolini", il battaglione, verso la fine di giugno, iniziò la traversata del Lago Tana su motobarche. Furono i primi reparti, quelli del 97.o, che dopo l'occupazione italiana, attraversarono il lago.
Sbarcati a Bahar-Dar, il comando di Battaglione con la 2.a e la 3.a Compagnia si trasferì a Mescenti, circa venti km. dal lago verso l'interno del Goggiam, mentre la 1.a Compagnia rimase di presidio al forte di Bahar-Dar.
Da queste località, dopo il servizio distaccato a Zeghiè e Selselimà, il 97.o Battaglione CC.NN. iniziò la marcia per il rimpatrio.
Non è superfluo dare un rapido sguardo alle principali attività esplicate dal Battaglione; a Gondar, nel periodo dal novembre 1937 al marzo 1938, il 97.o, oltre al servizio giornaliero di guardia nel settore affidatogli, costruì dodici fortini in muro a secco e circa due km. di efficienti reticolati; tracciò strade di accesso alle opere, costruì baracche, coltivò orti, ecc.; disimpegnò 56 servizi di scorta ad autocolonne dirette nei lontani centri dell'Amara, scorte formate normalmente da un plotone, oltre ad altri lavori nei servizi militari di Gondar, che richiedevano un impiego per circa settanta uomini per giorno.
Il generale comandante quella Zona Militare, in una sua visita al Battaglione nel marzo 1938, ebbe parole di vivissimo elogio per la sistemazione del settore che definì il migliore di tutta la difesa di Gondar.
Fra tante attività non venivano trascurate le istruzioni militari e sportive: delle otto squadre di calcio, civili e militari, quella del 97.o rimase sempre vittoriosa nelle partite giocate prima della partenza per Ambaciara. In questa località, dal 13 aprile al 5 giugno, il Battaglione terminò e rafforzò i lavori di costruzione del forte e di tutta la sistemazione militare del Presidio, dando particolare attività al controllo di quelle oppolazioni poste nella immediata vicinanza di zone frequentate in precedenza da predoni e ribelli del Beghemeder.
A Mescenti e Bahar-Dar, dopo il faticoso spostamento ostaolato dalle grandi piogge e continuato per quasi un mese, il Battaglione riprese la sua opera attivissima di controllo fra quelle irrequiete popolazioni, dando spesso con l'autorità della presenza tempestiva e decisa il senso della giustizia e della sicura protezione. Mai, dove presidiava il 97.o, si verificarono attività di ribelli e di predoni.
In questi servizi, nel disimpegno dei quali il 97.o meritò più volte l'ammirazione ed il giusto apprezzamento dei comandi dell'Esercito coi quali fu a contatto, contrassero malattie molti legionari, sette dei quali, sopraffatti dalle insidie del male, riposano oggi nei Cimiteri Nazionali di Bahar-Dar e di Gondar. Anche nel Cimitero di Dembeguirà in Eritrea, vittima di un banale incidente automobilistico, dopo aver prestato sedici mesi di ininterrotto, lodevole ed appassionato servizio, dopo essere stato risparmiato da tanti pericoli, riposa la cara salma del tenente "Gigi" Burroni, fulgido esempio di sacra fede e dele piu' belle virtu' militari.