I combattimenti del 21 - 22 febbraio 1942


Il 19 febbraio 1942 il gruppo partigiano di Svilaj fermò sulla strada Rijeka - Vrlika tra i villaggi di Ribarica e Koljane un autobus, catturando un gendarme italiano e un soldato di scorta, per poi lasciare che la vettura continuasse in direzione di Vrlica.
Dopo un breve periodo di tempo, nello stesso luogo venne fermato un altro autobus che andava da Vrlika a Sinj; sulla vettura erano alcuni membri della Guardia Nazionale e gendarmi che erano stati coinvolti nel raid contro il villaggio di Cetina. Un sergente della polizia ha cercato di reagire, ed è per questo stato ucciso. Sono stati catturati un ufficiale e 15 domobrani ed i prigionieri sono stati condotti a Svilaj. Alcuni di loro sono stati rilasciati e alcuni sono stati condannati a morte e fucilati; sono stati sequestrati una mitragliatrice, nove fucili, cinque pistole, 364 proiettili e cinque bombe a mano. Dopo l'azione partigiana sulla strada Sinj - Vrlika, gli italiani hanno intrapreso un'offensiva contro i partigiani di Svilaj, con un attacco da diverse direzioni il 21 febbraio 1942. Una colonna di camicie nere fasciste e domobrani hanno attaccato le alture del villaggio di Ribarica; la seconda colonna ha attaccato oltre Drnis i villaggi di Pribud e Jelinjak e sulle cime più alte delle alture.
Le truppe del comando di Svilaj, avvertite dell'avanzata dei reparti italiani, avevano trasferito in tempo materiale e due feriti dai fienili in un luogo sicuro. Tuttavia, le camicie nere della seconda colonna, guidati dai domobrani, che conoscevano i sentieri per uscire dai villaggi circostanti il campo partigiano, erano state in grado di individuare, la mattina del 22 febbraio, alcuni fuochi nelle immediate vicinanze del campo. Hanno cercato di sorprendere i partigiani ma non sono riusciti nell'intento, perchè le sentinelle erano state allertate. I partigiani hanno accettato lo scontro a fuoco che è durato circa 10 ore. A causa del pericolo della possibile avanzata di una colonna, che era apparsa da sud via Jelinjak, i partigiani erano costretti a ritirarsi più in profondità nella foresta per evitare di essere circondati. Gli italiani sono stati in grado di occupare il campo, ma non di inseguire i partigiani; tre fascisti sono stati uccisi in combattimento. I partigiani non avevano subito perdite. Italiani si sono limitati ad incendiare il campo e 25 fienili nell'area di Svilaj, per poi ritirarsi verso le loro guarnigioni.



Fonti:

Mirko Novovic, Stevan Petkovic: PRVA DALMATINSKA PROLETERSKA BRIGADA, Vojnoizdavacki zavod, Beograd 1986, pagg. 22-23