La Rivoluzione Fascista - Organo della Federazione Provinciale Fascista Senese del 16 febbraio 1936
Le Camicie Nere senesi cadute in Africa Orientale

La Provincia di Siena ha gia' pagato il primo glorioso tributo di sangue alla recenti battaglie del fronte eritro.
Combattendo eroicamente e' caduto in Eritrea, fulminato da una scarica di proiettili nemici, mentre stava arditamente alla testa dei propri compagni, il giovane fascista Meacci Virgilio, di Acquaviva di Montepulciano, appartenente alla 133.a Legione CC.NN. "Indomita".
La salma, subito raccolta e salutata sul campo dal Comando e dai Reparti, e' stata cristianamente sepolta.
Successivamente e' giunta la triste notizia di altri giovani camerati immolatisi nella dura battaglia del Tembien, ove rifulsero le meravigliose doti guerriere e l'eroismo indimenticabile delle Camicie Nere.
Angiolini Luigi, appartenente al Battaglione Camicie Nere del Generale Diamanti, era nato a Siena nel 1913. Partecipo' a tutte le organizzazioni giovanili arruolandosi nella Milizia nel febbraio 1935. Parti' volontario subito dopo ed e' caduto da eroe nel combattimento di Mai Beles il 21 gennaio XIV. Era notissimo fra la gioventu' sportiva senese e largamente conosciuto per aver prestato lungo servizio presso il Comando dei FF.GG.C. di Siena.
Guido Mori, anch'egli partito volontario per l'Africa Orientale subito dopo il suo arruolamento nella Milizia, apparteneva al Battaglione Diamanti. Nei molti mesi di permanenza nella zona di operazioni aveva dimostrato attraverso il suo entusiasmo di combattente e le sue numerose lettere a parenti ed amici, la sua incrollabile fede e la sua completa dedizione alla Patria fascista. Il fratello Luigi Mori vecchio fascista e legionario di Roma ha diretto al federale insieme al fratello Emilio, una nobilissima lettera nella quale esprime il doloro e la fierezza per l'irreparabile perdita.
Burroni Aldo, di San Gimignano, fu fondatore di quella Avanguardia Giovanile. Capo Squadra della Milizia confinaria, rinuncio' al grado per essere arruolato e fece parte del Battaglione Diamanti presso il quale, nel novembre scorso, il grado stesso gli fu restituito.
Non si hanno particolari della sua morte ma sembra che il camerata sia caduto in combattimento dopo essere stato gia' ferito e gia' medicato all'ospedaletto da campo, che volle abbandonare subito dopo la medicazione. Ha un fratello artigliere in Africa Orientale.
Leoncini Roberto, di Chiusdino, domiciliato a Siena. Lascia la moglie e tre figli. Ardito nella grande guerra, nella quale guadagno' il grado di Aiutante di Battaglia, parti' volontario con uno dei primi scaglioni di Camicie Nere, col grado di Capo Squadra nei reparti d'assalto della 36.a Legione del Gruppo Diamanti. E' caduto in combattimento fra i primi il 20 gennaio XIV.
Esposito Aristide, per quanto non nativo della nostra citta', vi ha lungamente risieduto guadagnoandosi la stima e la simpatia dei camerati che ne conobbero le doti di patriottismo e di ardimento. Il padre di lui, che abita a Pozzuoli, ha risposto al telegramma di condoglianza del Federale con queste nobili parole: "Affranto perdita figlio Aristide ringrazio del cordoglio espresso dai camerati senesi, fiero di saperlo immolato per il Duce".
Fra gli operai deceduti in Africa Orientale e' il comproprovinciale Giuseppe Antonioli, nativo di Volpaia, che ha immolato la sua giovane esistenza collaborando coi camerati combattenti con l'oscuro ma prezioso lavoro per l'organizzazione dei servizi logistici.
A tutti i camerati caduti noi mandiamo il nostro commosso ed affettuoso pensiero. Noi sappiamo che essi hanno combattutto eroicamente, convinti della santita' della missione loro affidata, decisi a sacrificare la propria vita per un ideale profondamente sentito. Porgiamo alle loro desolate famiglie l'intenso cordoglio dei camerati senesi che incideranno nei loro cuori il ricordo dei caduti e li terranno ad esempio per le battaglie di domani.