Il Telegrafo del 12 aprile 1942
La morte del Centurione Bruno Crocchi

E' pervenuta alla famiglia notizia della morte avvenuta in combattimento del Capitano Bruno Crocchi, Centurione del 97.o Battaglione d'Assalto CC.NN.
La fine gloriosa del nostro concittadino colpirà vivamente quanti ammiravano in lui - con il gentiluomo dal cuore nobilissimo - il combattente ed il fascista che illumina con le parole e l'azione la fulgida tradizione della sua famiglia, la quale dette alla causa della Patria due fratelli di Bruno nella guerra 1915-1918 ed un cognato: la Medaglia d'Oro Biagini Bernardino, sul fronte greco.
Famiglia di eroi e di benemeriti dell'industria, in linea ne rispetto alla provvidenza stabilita dal Regime per i lavoratori che amavano ed amano con sincero slancio i loro benefattori.
Torrenieri ha perduto in Bruno Crocchi un generoso protettore; nel campo sportivo aveva profuso ingenti somme per la costruzione del campo sportivo e per il mantenimento della squadra; nel campo umano e sociale nessuno aveva mai fatto invano appello ai suoi sentimenti altruistici.
Cultore appassionato delle arti belle, fu tra coloro che maggiormente incoraggiarono gli artisti senesi con prove tangibili che gli procurarono una vasta ed ammirata riconoscenza.
Le singolari qualità dell'uomo si inquadravano in Bruno Crocchi in un purissimo amore per la Patria, in una visione politica limpida e rettilinea che lo portarono ad abbracciare entusiasticamente, fin dall'inizio, il movimento rivoluzionario fascista, di cui fu assertore e sguace fervido, mantenendosi, per la sua ferma volontà, nel campo dei gregari, alieno da onori e da cariche per la modestia del suo carattere.
Partecipò volontario alla guerra del 1915-1918 meritandosi due medaglie al valor militare: "squadrista" e "Sciarpa Littorio", "Marcia su Roma", dette tutto se stesso alla causa fascista e confermò la purezza dei suoi sentimenti partendo come volontario con il 97.o Battaglione M.V.S.N., esempio di fede e di ardimento ai suoi uomini che lo amarono come un padre.
Recentemente aveva ricevuto un encomio solenne per il comportamento tenuto in difficili azioni.
Il sacrificio supremo ha consacrato tutta una esistenza che forma nel patrimonio spirituale della Nazione un'aureola di gloria immortale.
Alla vedova, al figlio, al fratello, alla sorella, ai congiunti tutti del Caduto rivolgiamo in questo momento di orgoglioso dolore il nostro commosso pensiero, mentre eleviamo alla memoria dello Scomparso un palpito riverente quale deve salire dal cuore di ogni italiano per chi ha combattuto e dato la vita per la Patria, umiliandoci nei piccoli nostri quotidiani sacrifici.

La figura del Caduto nella lettera di un Camicia Nera

Abbiamo in questi giorni ricevuta una vibrante lettera dalla Camicia Nera Vice Caposquadra Antonini Crescenzio, appartenente alla compagnia comandata da Bruno Crocchi, della quale riportiamo alcuni brani che stanno a dimostrare di quale affetto il Caduto fosse circondato dai suoi uomini.

"...lento sui monti, solo monti, marciava il nostro Battaglione. Tutta una vasta zona era salvaguardata da sorprese del nemico. Un uomo indomito ci guidava, il Centurione Bruno Crocchi; sul suo petto portava come noi il distintivo della morte.
"Sapevamo credere in lui; quando il nostro eroico COmandante ci disse che l'ora era giunta, confidammo tuti in lui e con lui fummo animo e corpo"


Nella lettera, che è tutta una esaltazione antusiastica dei supremi doveri affidati al Battaglione, l'Antonini ricorda il sacrificio delle Camicie Nere Nigi, Bianconi e Quercini e con essi tanti altri valorosi che ad ogni istante hanno esposto la vita per la causa della Patria, ma tutta la corrispondenza è pervasa da un senso di devozione profonda per il Comandante Crocchi.
Lo Scomparso ha lasciato per la famiglia e per i suoi operai un testamento morale che raggiunge, nelle sue toccanti espressioni, l'altezza di un simbolo.